lunedì 30 maggio 2011

You cannot find peace by avoiding life, Leonard.

Un fiume che scorre impetuoso...
Una musica che risuona nelle orecchie...
Parole che cantano al cuore...

If I were thinking clearly, Leonard, I would tell you that I wrestle alone in the dark, in the deep dark, and that only I can know, only I can understand my own condition. You live with the threat, you tell me you live with the threat of my extinction. Leonard, I live with it too.




E poi l'acqua si muove e va giù e scorre all'infinito verso il vuoto...

To look life in the face, always, to look life in the face, and to know it for what it is, at last, to love it for what it is, and then to put it away. Leonard, always the years between us, always the years, always the love, always the hours.


E tutto... tutto... per riempire i colmi di vuoto che abbiamo dentro...

« Signora Dalloway, dai sempre feste, per coprire il silenzio. »

~ T. H.

martedì 24 maggio 2011

Come un bel sogno inutile che si scorda al mattino.

Era passata da poco la metà della notte. Le vie della città erano deserte, eccetto qualche coppia di amanti o amici che passeggiavano chiacchierando allegramente.
Noi eravamo lì, dentro l'auto, a partorire incomprensioni.
La pioggia incominciò a venir giù. Lentamente, le gocce sfioravano i vetri e ivi morivano. Poi iniziarono a precipitare con forza, con più forza, numerose. Prepotenti venivano giù e bagnavano ogni cosa. I vetri presero a inzupparsi, a infradiciarsi d'acqua e lacrime. Il ticchettio era forte, rumoroso; inondava tutti i silenzi, che indifesi morivano sotto quelle nubi.
Dall'abitacolo vedevamo le luci delle vie dilatarsi, deformarsi, inumidirsi. Vedevamo le luci arancioni delle vie sbiadire verso un giallo tenue, creparsi, piangere. Il mondo intorno a noi andava sgretolandosi, cadeva a pezzi lanciando grida di dolore e di supplica. Quella pioggia di acqua e lacrime e paure scrosciava senza interruzioni.
E noi eravamo lì, a partorire incomprensioni.

giovedì 19 maggio 2011

149

  La sala era diventata ormai molto calda, l'inaugurazione era cominciata da tempo. Rimanevano poche persone sedute ai tavoli, a prendere in compagnia una birra, a fare due chiacchiere. La musica era ad alto volume, molta gente continuava a ballare, allegra, un passo dopo l'altro, nella luce arancio dei lampadari.
  Loro due erano in piedi dietro la cassa, che guardavano gli altri ballare. Lui aveva indosso una camicia blu scuro e un paio di pantaloni neri, roba leggera, vista la temperatura che s'era alzata negli ultimi giorni. Lei era graziosissima nel suo vestito acqua e sapone, anch'esso blu, leggero, senza pretese. Uno affianco all'altra, guardavano gli altri ballare, tenendosi per mano.
  «Non credevo ti saresti mai messa questo bracciale» le disse sorridendo.
  «Tutto può succedere» rispose lei con uno sguardo malizioso. «E poi non ho mai detto che non mi piaceva».
  «Come per la giacca... Usi sempre le stesse frasi di circostanza» disse lui, dandole un bacio vicino l'orecchio. Lei sorrise.
  «Mi piace guardare questa gente che balla. C'è qualcosa di particolare, in loro, un'energia che li muove e che li rende inconsapevoli dei movimenti che fanno. Come se fosse involontario. Lo fanno, basta, senza un vero perché. Ballano per ballare».
  Alle parole di lei lui ripose lo sguardo su quei corpi che si muovevano fluidamente in mezzo alla sala.
  «La danza è un'arte particolare» rispose. «Include tutto il corpo, ogni singola membrana, prende cuore, mente, gambe, polmoni. È un mostro che ti cattura, che ti ingoia, ma è piacevole. Ci sei dentro e non te ne rendi conto. Senti i brividi che ti percorrono la schiena, gli occhi ti si illuminano, e inizi a muoverti inconsciamente, e balli, balli, balli...»
  «Balli, balli, balli...» rispose lei.
  E poi, senza guardarsi, senza dirsi alcunché, ancora mano nella mano, si spostarono dalla cassa, si posizionarono al centro della sala, uniti, insieme, e iniziarono a ballare. Quell'energia li aveva presi, li possedeva. E loro ballavano, sentendosi vivi, senza un vero perché. Ballavano per ballare. Loro ballavano, e ballavano, e ballavano...

mercoledì 18 maggio 2011

Incantevole.

Chi ci ricorderà
Chi ti farà ridere
Per chi ti smarrirai
Chi userà lo sguardo tuo
Chi lo fa al posto mio
Io dove sarò

Tu sei la verità, non io.
Tu sei la verità, non io.
Tu sei la verità, non io.

Chi indosserà il cappello?
Lo spettacolo della medicina.
Mancano vent'anni.

La migliore delle partenze, il cuore spezzato, la pietra.
Mancano vent'anni.

Un'era dorata che conosco.
Ma tutto passerà, finirà troppo velocemente, lo sai.
Mancano vent'anni.

Tu sei la verità, non io.
Tu sei la verità, non io.
Tu sei la verità, non io.

Chissà chi pungerai
Chi ti farà piangere
Chi ti addormenterà
Chi userà lo sguardo tuo
Chi lo fa al posto mio
Io dove sarò


domenica 15 maggio 2011

A tear is in my mind.

È notte. Un cane abbaia. Un qualcosa di morbido fruscia silenziosamente fra l'erba alta. Un'automobile corre in lontananza lungo le vie luminose.
Su, in alto, la luna. Lucente, splendente, fatta di latte e sole. Sentenzia sulla notte, ammaestra le stelle, getta come una polvere la sua luce sulle colline e sulle terre e sulle cime delle montagne. Le montagne, che si ergono a baluardi, a guardie della notte, che segnano il confine fra la realtà e il sogno, fra la vita e la morte, fra il conosciuto e l'ignoto. Le montagne, che prepotenti, lì, ferme, immobili, silenziose, intransigenti.
Cosa c'è di là dalle montagne? Cosa vede il tuo occhio? E il tuo cuore? E quella lacrima nella tua mente, cosa vede lei?
Luci morenti attorno, il silenzio e la lucentezza di una notte che sfuma via, sulle note malinconiche di passi che stanchi girano l'angolo... e svaniscono.

Looking in the eye of a devil's well.





venerdì 6 maggio 2011

Scapole alate.

Sometimes I find myself thinking of how it feels. How it feels not to think about it.
How it feels not having that thought still on your mind all the time.
How it feels not having something that destroys your smile when it's just appearing upon your face.
I'd like to know how it feels, just for one day.
Will I ever be able to know that?