domenica 26 ottobre 2014

Gioia. Sì, la gioia!

Alle dieci del mattino
Stavo ridendo di qualcosa
Al terminal dell'aeroporto
Alle nove di sera
Ero seduto a urlarti al telefono
Mentre passavamo il confine da uno stato all'altro
Riempito di persone con cui non sarei mai riuscito a relazionarmi
E ci siamo fermati un istante a un ristorante lungo la strada
Dove la cameriera era seduta fuori a fumare nella sua macchina
Aveva quello sguardo di totale paura negli occhi
E come guidammo via da lì, mi guardò
E sorrise

Continuo a correre di qua e di là
A cercare di trovare un terreno fermo
Ma la mia testa è nelle stelle
E i piedi sono nel cielo
Be', sono il bambino di nessuno
Sono il ragazzo di tutti
Sono la regina del niente
Sono il re del mondo

E una volta mi hai ben chiesto quale fosse la mia paura più grande
Che le cose sarebbero sempre rimaste così poco chiare
Che un giorno mi sarei svegliato tutto solo
Con una grande famiglia e un vuoto nel profondo delle mie ossa
Che sarei stato così cieco, diventato sordo
E che la mia risata falsa sarebbe improvvisamente sembrata sincera

No, non sono nato per qualcosa
Non sono nato per dire qualcosa
Oh, sono solo qui e presto me ne sarò andato
Sono il bambino di nessuno
Sono il ragazzo di tutti
Sono la regina del niente
Sono il re del mondo

Ora ogni giorno c'è un breve intervallo
Mentre dormo cominciano a offuscare le luci
Ma ho visto tutto ciò che ho sempre voluto vedere
Urlando "Fuoco!" in un teatro alle persone che si siedono
Vederli andare tutti giù come una pietra in un ruscello
Se cadi per il tuo riflesso affogherai in un sogno

Dimmi qualcosa di reale
Dimmi qualcosa di vero
Voglio solo sentire che c'è ancora qualcosa che posso fare
Ma sono il bambino di nessuno
Sono il ragazzo di tutti
Sono la regina del niente
Sono il re del mondo

lunedì 20 ottobre 2014

I need you so much closer.

Mi apro. Voglio farlo totalmente. Voglio dire con parole chiare quello di cui ho bisogno, ciò di cui sento un'immane mancanza. Ed è un ragazzo. Quello che mi manca è la figura di una persona particolare che stia al mio fianco, costantemente. Una persona che mi ami e, soprattutto, una persona che io ami. Perché sento di avere così tanto, così tanto da dare, e sono stanco di riversarlo nella musica, nella scrittura, nei momenti spesi dinanzi alla finestra a sognare di qualcuno e qualcosa che non ho. Perché sento che in questi anni ho solo abbozzato qualcosa, che sarebbe potuto divenire di più, ma che non l'ha fatto - per circostanze, per colpe, per ostacoli insormontabili. Vorrei qualcuno che diventi parte di me, che entri appieno nella mia realtà, nella mia vita, nella mia quotidianità. Che con un messaggio sia a casa mia per pranzo, che rimanga il pomeriggio a fare l'amore in quel letto così piccolo, per poi abbracciarmi e dirmi "dai, studia un po', alla cena ci penso io"; e che rimanga a dormire. Qualcuno con cui entrare totalmente dentro all'essere in due, al pensare in due. Qualcuno con cui festeggiare il primo anno insieme, e il secondo, e il terzo. Qualcuno a cui gli altri pensano ogni volta che pensano a me. Qualcuno da presentare ai miei genitori. Qualcuno a cui penso ogni volta che ascolto una canzone d'amore. Qualcuno a cui essere vicino; che voglio vicino a me. Perché per quanto io sappia di bastarmi, ho quel vuoto dentro così grande che ho bisogno di riempire, e so anche che non chiunque può farlo. Ancora so che credo nell'amore, e che lì fuori ci sia qualcuno - quel qualcuno - che sta aspettando me, forse solo me. Mentre io scrivo di lui. Mentre io ascolto canzoni tristi, e non so a quale volto dedicarle.

venerdì 3 ottobre 2014

Franato.

Dire che tutto ciò mi è indifferente sarebbe una bugia, e io sarei un grande ipocrita; nonostante forse quasi mi sforzi nel non provare nulla, so che non è così, non può esserlo. Perché tutte queste attenzioni con me non le hai avute, tutte queste foto a me non le hai fatte, tutti questi sorrisi così aperti a me non li hai mai donati. E sì; sì, mi fa un po' male. Non te ne faccio una colpa, non potrei: i sentimenti non si governano, non si dirigono. Però, comunque, quella scheggia acuminata, seppur piccola, mi ha punto, ne è uscito un po' di sangue. Ma passerà.

Questa continua corsa, incessante corsa in un sentiero di incertezze, di incontri dubbi, di conoscenze deludenti, di domande che non diminuiscono mai.
Lontano, ancora.