Non è la tua pelle che ha il colore delle stelle. Sono le stelle che hanno il colore della tua pelle.
Ti guardo. Mi guardi. Mi volto.
Ti guardo. Mi guardi. Ti volti.
Giochiamo. La partita è rapida, non c'è tempo per pensare. Una visione, un attimo, e lì la folgore. Il tempo passa, le situazioni cambiamo, le certezze mutano, le speranze si trasformano. Mi hai segnato, con quello sguardo. Mi hai penetrato e immobilizzato. E da lì s'è mosso tutto. Da lì è cominciato il gioco.
Poi giù, un incontro, uno scontro, un saluto. Sali, vai via. Dentro di me rimango fermo. Perché? Adesso perché? Ho paura. Tu hai paura? Perché hai paura? Cosa significa questo? Perché dovrebbe essere diverso? Hai paura. Di cosa hai paura?
Non so cosa pensare. Non posso mettere da parte ciò che mi hai fatto provare, così velocemente, così, da un momento all'altro. Ma tu no, tu non ci stai. Temi che sarebbe troppo difficile. Temi che ci sarebbero barriere troppo alte, troppo grandi da scavalcare. Ma non si diceva, una volta, che l'amore può tutto? Forse non ci credi più. O forse non credi che questo sia amore. Allora cos'è?
O forse mi disprezzi. Forse hai capito, e allora mi disprezzi. Forse sei tu che fai parte di quelle barriere, forse sei tu che contribuisci ad erigerle. Allora no. Allora mi tirirei indietro io, se fosse così. Ma no, no. Non ci credo. Non è possibile. Non tu. Perché?
Che debba andare così? Non lo so. Quello che provo per te non posso accantornarlo, non così facilmente. Il tempo guarirà le ferite. Forse.
Non è la tua pelle che ha il colore delle stelle. Sono le stelle che hanno il colore della tua pelle.
È vero. Guarda come brillano per te... E tutte le cose che fai...
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