lunedì 25 marzo 2013

Uno di noi non può aver torto.

Ho acceso una piccola candela verde
Per farti ingelosire di me
Ma la stanza si è subito riempita di zanzare
Hanno sentito che il mio corpo era libero
Poi ho preso la polvere di una lunga notte insonne
E l'ho messa nella tua piccola scarpa
E poi confesso che ho torturato il vestito
Che hai indossato per consentire al mondo di guardarci attraverso

Ho mostrato il mio cuore al dottore
Ha detto che devo semplicemente lasciar perdere
Poi si è scritto una prescrizione
E in essa era menzionato il tuo nome
Poi si è chiuso nello scaffale di una biblioteca
Con i dettagli della nostra luna di miele
E sento dall'infermiera
Che è molto peggiorato
E la sua professione è tutta in rovina

Ho sentito di un santo che ti aveva amato
Così ho studiato tutta la notte nella sua scuola
Ha insegnato che il compito degli amanti
È di ossidare la regola d'oro
E solo quando ero sicuro
Che i suoi insegnamenti erano puri
Si è annegato nella piscina
Il suo corpo è andato, ma qui sul prato
Il suo spirito continua a dire sciocchezze

Un eschimese mi ha mostrato un film
Che aveva di recente girato su di te
Il povero uomo riusciva difficilmente a smettere di tremare
Le sue labbra e le sue dita erano blu
Suppongo che si sia congelato
Quando il vento ha preso i tuoi vestiti
E immagino che non si sia proprio mai riscaldato
Ma tu sei lì così bello nella tua bufera di ghiaccio
Oh, per favore lasciami entrare nella tempesta


Suprema bellezza di solitudine.

«Quant'è meglio il silenzio: la tazzina del caffè, il tavolo. Quanto sto meglio seduto da solo come l'uccello solitario che allarga le ali sul palo. Lasciatemi per sempre qui tra questi semplici oggetti, la tazzina del caffè, il coltello, la forchetta, cose che sono se stesse, come io sono io. Non venite a infastidirmi coi vostri cenni per farmi capire che è l'ora di chiudere e andarsene. Volentieri darei tutto il denaro che ho purché non mi disturbiate; lasciatemi seduto da solo, in silenzio.»

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