sabato 25 febbraio 2012

Velenosottopelle.

Mi spaventa sempre di più la velocità, la facilità e il dinamismo con cui le cose, le situazioni, i pensieri e i progetti cambino. Un attimo, e tutto ciò che prima pareva una sicurezza scompare e viene rimpiazzato dall'esatto opposto. È un continuo crescendo, un andare oltre, sempre più. Ma fin dove? E se, mentre i miei pensieri e i miei progetti volano in alto, io, nella mia realtà, nella mia concretezza, rimango ancorato qui, a guardarli e a sognarli da lontano?

In neppure due settimane mi si è quasi rivoluzionata la vita. Mi si è improvvisamente aperto un mondo, che velocemente si è poi richiuso. Sto tentando di tornare dentro, ma è difficile. E mi viene da pensare che forse sarebbe stato meglio se quel mondo io non l'avessi visto per niente; non soffrirei ora che non ci vivo più. O forse è meglio che io l'abbia vissuto sulla mia pelle, cosicché quando quella porta si riaprirà io sarò perlomeno un minimo pronto. Sì, ma quando si riaprirà? Troppo tardi probabilmente. Io non voglio aspettare.

Francamente, vaffanculo.

giovedì 23 febbraio 2012

Desire is hunger.

Sempre più spesso mi ritrovo a pensare all'estate: al Sole, al calore, alla luce alle 8 di sera, ai campi di grano, ai fiori, ai frutti. Oppure mi capita di pensare a quei pomeriggi primaverili malinconici in cui il Sole scendeva lentamente oltre le montagne e gettava qualche spiraglio di luce sui muri della casa. La porta veniva lasciata aperta e qualche brezza fresca girovagava fra le stanze. Poi penso a te, e vorrei averti qui. Vorrei vivere questi momenti con te, ma tu non ti lasci capire. Sto sbagliando io? Vorrei un po' più di chiarezza. Non vuoi darmela, evidentemente. Pazienterò. Spero solo che tutto ciò abbia un senso. Decisamente non vorrei che tutto dovesse finire come tema possa fare. Ma il dubbio viene, cosa posso farci? E se fosse, che faccio? Ho superato il momento peggiore, ma ciò non toglie che soffrirei. È che ho capito che non posso vivere senza queste emozioni e... cazzo, non puoi farmi una cosa del genere, no?! Senti, aspetto, okay? Però spiegami poi. Devi farlo.

lunedì 20 febbraio 2012

So I can love, love, love...

Io lo so. Io lo so che devo smetterla di viaggiare con la mente. Io lo so che devo smetterla di fare congetture, di costruire sogni su sogni, di immaginare castelli colorati e luminosi. Io lo so, ma non ci riesco. E basterebbe un nonnulla per far crollare tutto, e lo so. Ma io non ci riesco.

Fa' una cosa. Smettila di sorridere.

domenica 19 febbraio 2012

M'imbarcherò sul mare.

Inadeguato. Fuori luogo, fuori posto. Ma che ci faccio qui? Perché questa barriera? Perché questo nodo allo stomaco che non riesco a sciogliere? Non ce la faccio a stare con loro, con persone che non sanno, che non hanno consapevolezza, coscienza, conoscenza. Vivo nella menzogna. Sono menzogna. Mi vergogno. Mi disgusto. Vado contro me stesso. Sono arrabbiato, nervoso, ansioso.
Ho bisogno di quegli occhi che mi capiscono, di quelle orecchie che sanno ascoltarmi, di quelle parole che mi sorreggono il cuore. Perché sono così poche? Perché è andata così? Poteva andare diversamente, forse?
Sto male. Malissimo. Finirà, arriverà a un punto di fermo, di stop, sì. Poi? Ho paura del poi. Ma sarà così, dovrà essere così.

Ho paura. Abbracciami.

sabato 18 febbraio 2012

Il Sole nel ruscello.

Che cos’è stato? Un incontro. Soltanto? No. Non è vero. E lo sai. Che ci faceva quello splendore nei tuoi occhi? Perché ne aveva preso il posto? E quel sorriso che mi ha lacerato la luce della stanza? E poi, le tue parole, la tua voce, il tuo tono rassicurante e calmo, liscio, pacato, senza increspature. Meraviglioso. E quel maglioncino grigio, quelle spalle da cingere, quelle braccia da accarezzare. Cosa mi hai fatto? Dimmelo. Anzi no, non farlo. Perché non lo sai. Io non lo so. Ma è meglio così.