martedì 25 febbraio 2014

My Joni.

Marcie in un cappotto di fiori
Entra nel negozio di caramelle
Le rosse sono dolci, le verdi sono aspre
Ancora nessuna lettera alla sua porta
E così laverà le sue tende fiorate
Le appenderà al vento ad asciugare
Spolvererà i suoi tavoli con la sua camicetta
E saluterà un altro giorno che va via

Il rubinetto di Marcie ha bisogno di un idraulico
Il dolore di Marcie ha bisogno di un uomo
Il rosso è l’autunno, il verde è l’estate
I prati si stanno trasformando
E la sabbia lungo le spiagge dell’oceano
Guarda su verso il cielo vuoto
Marcie compra una busta di pesche
Ferma un postino che passa
E l’estate se ne va
Cade sul marciapiede come carta a filo marrone
L’inverno soffia
Su al fiume non c’è nessuno che la porti al mare

Marcie indossa abiti pesanti, sta nevicando
Prende un taxi su in città
Al rosso ci si ferma, al verde si riparte
Vede uno spettacolo e torna indietro a viaggiare lungo il fiume Hudson
Dopo il cantiere navale, al freddo
Ancora nessuna lettera è stata consegnata
Ancora i giorni d’inverno si dispiegano, come riviste
Svanendo in attici e cantine grigie e polverose
Fai un sogno
Sogna fino all’estate scorsa e senti come lui le dice
Aspettami

Marcie se ne va e non ci dice
Dove o perché si sia trasferita
Il rosso è rabbia, il verde è gelosia
Questo è tutto ciò che aveva da dire
Alcuni hanno creduto di averla vista domenica
Davanti le vetrine a fare shopping, nella pioggia
Alcuni hanno sentito che abbia comprato un biglietto di non ritorno
E che sia andata ad ovest di nuovo

domenica 9 febbraio 2014

"Been trying hard not to get into trouble, but I, I've got a war in my mind."

Non ne posso più di questa situazione. Mi pare che tutto ciò che voglio si avvicini a me, mi tenda la mano, sorridendo, per poi sparire nel buio subito dopo, lasciandomi solo, inerte, stordito, senza la forza di rialzarmi. Voglio qualcuno al mio fianco, lo desidero con tutto me stesso, e quando spero di esserci vicino, sprofondo di nuovo giù, conscio che non è così. Voglio raggiungere il mio traguardo, voglio vincere quella barriera, e ci sono vicino, lo so, ma le mie paure e le mie ansie me ne allontanano, e non faccio che farmi del male. Mi ferisco da solo, unicamente da solo, grazie alle congetture della mia mente e ai troppi pensieri che l'affollano. Vorrei semplicemente che le cose seguissero il loro corso, naturali, che la strada si dipanasse dinanzi a me e che io scopra ciò che mi accade nel momento in cui mi accade, lì vivendolo, solo lì vivendolo. Ma non ci riesco. Sono prigioniero di me stesso.

Febbre.

Voglio ricordare il momento di quel pomeriggio estivo che andava verso il tramonto, quando il Sole era quasi dietro le montagne e il giorno si era stabilito nell'aria, che era calda e piacevole. E io sorridevo in quell'istante seduto sulle scale fuori dalla porta, a piedi nudi mentre il vento mi accarezzava i polpacci, e lì fumando aspettavo che tornassi a casa, sorridendo, perché i capelli non erano fermi e sapevo che ti piacevano così. Sapevo che mi avresti visto e subito avresti sorriso, perché era il momento più bello, quando l'estate esplode e noi riusciamo ad amarci nonostante gli spigoli che ci stringono. Sapevo che avresti corso, mentre il vicino di casa ti avrebbe guardato interrogativo, ma a noi non importava, non quando il bacio che ci aspettava era quello che sapeva di tabacco e salsedine di una spiaggia arsa. E non m'importava del tempo, né delle scadenze o delle opportunità, volevo che tu ti sedessi lì con me e sentissi i nostri respiri muoversi in parallelo con i nostri battiti, e ogni memoria e ogni speranza sfumare bruciando.
Dammi solo dieci minuti per guardarti, prima che tu mi cacci dalla tua vita.

venerdì 7 febbraio 2014

The summer breeze.

Fermo, fermo, sono sempre qui, non mi muovo; le stesse emozioni, le stesse paure che mi stringono; gli stessi pensieri, gli stessi momenti, le stesse speranze. Tutto uguale. Anche ora che il traguardo è vicino, continua a essere lontanissimo. Ci arriverò mai? Come ho fatto in questi anni? Perché sembra tutto così insormontabile?