domenica 9 febbraio 2014

Febbre.

Voglio ricordare il momento di quel pomeriggio estivo che andava verso il tramonto, quando il Sole era quasi dietro le montagne e il giorno si era stabilito nell'aria, che era calda e piacevole. E io sorridevo in quell'istante seduto sulle scale fuori dalla porta, a piedi nudi mentre il vento mi accarezzava i polpacci, e lì fumando aspettavo che tornassi a casa, sorridendo, perché i capelli non erano fermi e sapevo che ti piacevano così. Sapevo che mi avresti visto e subito avresti sorriso, perché era il momento più bello, quando l'estate esplode e noi riusciamo ad amarci nonostante gli spigoli che ci stringono. Sapevo che avresti corso, mentre il vicino di casa ti avrebbe guardato interrogativo, ma a noi non importava, non quando il bacio che ci aspettava era quello che sapeva di tabacco e salsedine di una spiaggia arsa. E non m'importava del tempo, né delle scadenze o delle opportunità, volevo che tu ti sedessi lì con me e sentissi i nostri respiri muoversi in parallelo con i nostri battiti, e ogni memoria e ogni speranza sfumare bruciando.
Dammi solo dieci minuti per guardarti, prima che tu mi cacci dalla tua vita.

Nessun commento:

Posta un commento