venerdì 12 dicembre 2014

Prima urlavano, ora sussurrano.

Sono una principessa scolpita nel marmo, più levigata di una tempesta
E le cicatrici che marchiano il mio corpo sono argento e oro
Il mio sangue è un'inondazione di rubini, pietre preziose
Mantiene le mie vene calde, i fuochi hanno trovato in me una casa
Mi muovo attraverso la città, sono quieta come un fuoco
E la mia collana è di corda, la stringo e l'allento
E ora la gente mi parla, ma nulla colpisce mai casa
E la gente mi parla, e tutte le voci semplicemente bruciano buche
Ho chiuso con tutto ciò

Questo è l'inizio di come tutto ha fine
Prima urlavano il mio nome, ora lo sussurrano
Sto accelerando e questo è
Il battito del tremolio giallo, arancio e rosso che fa scintille su per il mio cuore
Laceriamo l'inizio, i colori scompaiono
Non guardo mai le stelle, c'è così tanto quaggiù
Quindi provo solo a tenerne il passo
 Il battito del tremolio giallo, arancio e rosso che fa scintille su per il mio cuore

Sogno tutto l'anno, ma non si tratta di sogni dolci
E i brividi si muovono giù per la mia spalla, lame in doppio tempo
E ora la gente mi parla, sono fuori portata adesso
La gente mi parla, e tutti i loro visi si offuscano
Ma ho le mie dita annodate insieme e ho creato una piccola prigione
E sto rinchiudendo chiunque abbia mai poggiato un dito su di me
Ho chiuso con tutto ciò

Questo è l'inizio di come tutto ha fine
Prima urlavano il mio nome, ora lo sussurrano
Sto accelerando e questo è
Il battito del tremolio giallo, arancio e rosso che fa scintille su per il mio cuore
Laceriamo l'inizio, i colori scompaono
Non guardo mai le stelle, c'è così tanto quaggiù
Quindi provo solo a tenerne il passo
Il battito del tremolio giallo, arancio e rosso che fa scintille su per il mio cuore

venerdì 21 novembre 2014

Ai maschi innamorati.

Credo proprio di aver trovato la mia dimensione.
La mia stanza, la mia casa; le cene preparate da solo con una bottiglia di birra e gli schiamazzi davanti la scuola.
Le persone che conosco, le serate nuove; Paola, la nostra amicizia, la sua presenza costante.
Lui, lui che mi fa riscoprire emozioni che erano sopite da troppo tempo, lui che sta diventando la mia quotidianità, e le nostre notti assieme.
E Roma, Roma: piazza Bologna, i giardini, i viali, le ville, i sampietrini, la metropolitana. Quanto mi stai donando, Roma.
Tutto questo. Ogni cosa.
Serenità. Finalmente.

sabato 8 novembre 2014

"Via di qua, intrigate, rodetevi... A me di voi non importa niente."

Due pesi, due misure.
Quanto fa male. Una pugnalata nello sterno. Un pugno nello stomaco.
Ma sopporto.
E vado via.

It takes a lot [...] to know and love what you live with.

domenica 26 ottobre 2014

Gioia. Sì, la gioia!

Alle dieci del mattino
Stavo ridendo di qualcosa
Al terminal dell'aeroporto
Alle nove di sera
Ero seduto a urlarti al telefono
Mentre passavamo il confine da uno stato all'altro
Riempito di persone con cui non sarei mai riuscito a relazionarmi
E ci siamo fermati un istante a un ristorante lungo la strada
Dove la cameriera era seduta fuori a fumare nella sua macchina
Aveva quello sguardo di totale paura negli occhi
E come guidammo via da lì, mi guardò
E sorrise

Continuo a correre di qua e di là
A cercare di trovare un terreno fermo
Ma la mia testa è nelle stelle
E i piedi sono nel cielo
Be', sono il bambino di nessuno
Sono il ragazzo di tutti
Sono la regina del niente
Sono il re del mondo

E una volta mi hai ben chiesto quale fosse la mia paura più grande
Che le cose sarebbero sempre rimaste così poco chiare
Che un giorno mi sarei svegliato tutto solo
Con una grande famiglia e un vuoto nel profondo delle mie ossa
Che sarei stato così cieco, diventato sordo
E che la mia risata falsa sarebbe improvvisamente sembrata sincera

No, non sono nato per qualcosa
Non sono nato per dire qualcosa
Oh, sono solo qui e presto me ne sarò andato
Sono il bambino di nessuno
Sono il ragazzo di tutti
Sono la regina del niente
Sono il re del mondo

Ora ogni giorno c'è un breve intervallo
Mentre dormo cominciano a offuscare le luci
Ma ho visto tutto ciò che ho sempre voluto vedere
Urlando "Fuoco!" in un teatro alle persone che si siedono
Vederli andare tutti giù come una pietra in un ruscello
Se cadi per il tuo riflesso affogherai in un sogno

Dimmi qualcosa di reale
Dimmi qualcosa di vero
Voglio solo sentire che c'è ancora qualcosa che posso fare
Ma sono il bambino di nessuno
Sono il ragazzo di tutti
Sono la regina del niente
Sono il re del mondo

lunedì 20 ottobre 2014

I need you so much closer.

Mi apro. Voglio farlo totalmente. Voglio dire con parole chiare quello di cui ho bisogno, ciò di cui sento un'immane mancanza. Ed è un ragazzo. Quello che mi manca è la figura di una persona particolare che stia al mio fianco, costantemente. Una persona che mi ami e, soprattutto, una persona che io ami. Perché sento di avere così tanto, così tanto da dare, e sono stanco di riversarlo nella musica, nella scrittura, nei momenti spesi dinanzi alla finestra a sognare di qualcuno e qualcosa che non ho. Perché sento che in questi anni ho solo abbozzato qualcosa, che sarebbe potuto divenire di più, ma che non l'ha fatto - per circostanze, per colpe, per ostacoli insormontabili. Vorrei qualcuno che diventi parte di me, che entri appieno nella mia realtà, nella mia vita, nella mia quotidianità. Che con un messaggio sia a casa mia per pranzo, che rimanga il pomeriggio a fare l'amore in quel letto così piccolo, per poi abbracciarmi e dirmi "dai, studia un po', alla cena ci penso io"; e che rimanga a dormire. Qualcuno con cui entrare totalmente dentro all'essere in due, al pensare in due. Qualcuno con cui festeggiare il primo anno insieme, e il secondo, e il terzo. Qualcuno a cui gli altri pensano ogni volta che pensano a me. Qualcuno da presentare ai miei genitori. Qualcuno a cui penso ogni volta che ascolto una canzone d'amore. Qualcuno a cui essere vicino; che voglio vicino a me. Perché per quanto io sappia di bastarmi, ho quel vuoto dentro così grande che ho bisogno di riempire, e so anche che non chiunque può farlo. Ancora so che credo nell'amore, e che lì fuori ci sia qualcuno - quel qualcuno - che sta aspettando me, forse solo me. Mentre io scrivo di lui. Mentre io ascolto canzoni tristi, e non so a quale volto dedicarle.

venerdì 3 ottobre 2014

Franato.

Dire che tutto ciò mi è indifferente sarebbe una bugia, e io sarei un grande ipocrita; nonostante forse quasi mi sforzi nel non provare nulla, so che non è così, non può esserlo. Perché tutte queste attenzioni con me non le hai avute, tutte queste foto a me non le hai fatte, tutti questi sorrisi così aperti a me non li hai mai donati. E sì; sì, mi fa un po' male. Non te ne faccio una colpa, non potrei: i sentimenti non si governano, non si dirigono. Però, comunque, quella scheggia acuminata, seppur piccola, mi ha punto, ne è uscito un po' di sangue. Ma passerà.

Questa continua corsa, incessante corsa in un sentiero di incertezze, di incontri dubbi, di conoscenze deludenti, di domande che non diminuiscono mai.
Lontano, ancora.

sabato 30 agosto 2014

Blame it all upon a rush of blood to the head.

Più vado avanti, più mi viene da pensare che con te sia stato tutto uno sbaglio, un'illusione, una cruda e sprezzante perdita di tempo. Ci siamo slegati troppo velocemente, e quello che ne è rimasto non fatica affatto per rimanere incollato alle pareti della memoria. E tu non fatichi affatto per ricordarmi che mi ricordi. E allora cosa abbiamo avuto? Accontentati così. Il peggio è per te. E nonostante tutto, un po' mi dispiace.

martedì 5 agosto 2014

Summertime.

Questa malinconia che affiora, che sale, lenta, e che mi prende, docilmente; la morsa è delicata, eppure si lascia sentire per tutto il corpo, aderendo a ogni centimetro di pelle, e quasi con piacevolezza brucia fino a raggiungere le vene, e lì corre fino al cuore, passando per lo stomaco, chiudendolo. È quella sensazione che trova vita nelle note, nella musica, e che mi guida attraverso i ricordi, quel passato che rincorro, ma che è sempre lì, irraggiungibile, quel passato che vorrei tornasse, ma anche quel passato che deve rimanere dov'è, ma che a volte mi manca. È quell'emozione che solleva i miei desideri, li pone dinanzi ai miei occhi e mi dice: "Guarda quanti ne hai ancora, guarda quanti ne devi ancora relizzare". E io che posso fare, negare? No. Posso solo assentire, in silenzio, girandomi dall'altra parte.
Mi giro dall'altra parte, ma so che non serve. Aspetto solo che passi, per potermi voltare e tornare ad avere lo sguardo libero.
Falsamente libero.

lunedì 21 luglio 2014

Ringraziamento.

Devo molto
a quelli che non amo.

Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore mai perdonerebbe.

Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi su ogni atlante.

È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

"Non devo loro nulla" -
direbbe l'amore
sulla questione aperta.


(W.S.)

sabato 19 luglio 2014

Un paio di baffi, e siamo uguali.

E alla fine è finita. E alla fine sei arrivato anche tu a capire che, no, non potevamo continuare così. Non quando stare insieme significava scontrarci sull'essere noi e sul viverci, non quando l'essere legati presupponeva situazioni in cui il legame pareva spezzarsi. Mi dispiace per tutto, mi dispiace averti perso, mi dispiace che sia finita. Mi dispiace che, per certi versi, tu mi abbia trattato in modi che sentivo di non meritare, e me l'hai confermato. Mi mancherà vederci, seppur per quel poco che avevamo - e io volevo di più, tanto di più - ma mi mancherà comunque. E il solito posto in cui facevamo l'amore, sì, mi mancherà. Mi mancherai tu, tanto. Ma sono contento che le cose sia finite bene, sono contento che tu abbia capito dove hai sbagliato, cosicché potrai migliorare, in futuro. E quell'abbraccio finale, sì, mi ha confermato tutto, e ha legato tutto con un nastro argentato - ora è dentro il mio cuore, in un angolino che sarà sempre tuo.
Ti voglio bene anch'io.

domenica 13 luglio 2014

Gioco freddo.

Amore che non vola,
che ti sfiora il viso e ti abbandona,
amore che si chiede,
ti fa respirare e poi ti uccide,
e poi, e poi ti dimentica,
ti libera.

Mi uccidi, mi prendi e mi scaraventi giù, mi illudi.
Dammi una risposta concreta. Promettimi di più. Fai di più.
Ti prego.

venerdì 4 luglio 2014

Sudore.

Per quanto lui mi piaccia - e mi piace tanto, provo davvero qualcosa per lui - nell'estensione razionale del sentimento, quel momento in cui trascendo dal mio cuore e riesco a osservarlo dal di fuori, capisco che lui non è quel qualcuno con cui il rapporto potrebbe crescere, fiorire sempre di più, giungendo a una maturità forte e sicura di se stessa, quella che partorirebbe la perfezione dell'essere in due che davvero desidero, ma che so, dolorosamente, che lui non potrebbe darmi. Le mancanze sono ancora tante, le scuse sono troppe, e i momenti si contano sulle dita di una mano. E a me, no, non basta. E vorrei, davvero, vorrei trovare una pace in tutto questo, ma non ci riesco. Non posso trascendere dalle mie necessità per trovare serenità nelle sue braccia. Vorrei fosse possibile, ma non lo è, e, forse, è meglio così.

Un giorno qualcuno entrerà nella tua vita e ti farà capire perché non ha mai funzionato con nessun altro.
(B.H.)

martedì 1 luglio 2014

Santa voglia di vivere.

Sbaglio? Sì, forse sbaglio. Ma fino a che punto è possibile dare una definizione di giusto e sbagliato quando di mezzo ci sono i sentimenti, pezzi di cuore sparsi per il corpo che in certi momenti brillano fino a bruciare la  pelle - davvero, è possibile? Voglio dare ragione al sentimento, voglio aggrapparmi a quei brandelli di cuore e farmi riscaldare dalla loro luce, perché sì, ne hanno tanta, forse non abbastanza da illuminare appieno l'oscurità di lati di me, di noi, ma basta per dimenticarmene, lasciarli per strada, non curarmene - e così eliminarli?
Non voglio che fra noi finisca. E sarò stupido, sarò masochista, ma voglio che continui.
Me lo chiede il tuo sorriso.

How 'bout how good it feels to finally forgive you?

venerdì 20 giugno 2014

Io volevo la tempesta.

È una convinzione che poco a poco cresce, quella convizione che forse non possiede i giusti requisiti per potersi definire tale, perché troppo sfumante, perché indefinita vibra come i cerchi di piombo del Big Ben che muoiono salendo, perché non è certezza ma forse vorrei che lo fosse, questa convizione, sì, l'idea che stia entrando in un tunnel profondo e buio, in cui non so dove aggrapparmi, che mi dà luce ma mi trafigge, la pugnalata di una rosa. La convinzione, l'idea, la sensazione, la paura, il desiderio - sì, la possibilità che ti stia inesorabilmente dando il mio cuore, che ti stia offrendo delle catene con cui legarlo al tuo, e non so dove sia la chiave, e non so se esista la chiave. È un costante, vertiginoso temere di perdere una corsa, di lasciarti alle spalle, o di cadere mentre tu voli in alto, e io lì a implorarti, torna giù, non abbandonarmi.
Ma quanto durerà, e quanto sarà spinosa quella mano che mi tenderai, o che forse già stringo, sanguinando mentre spero che tu trafigga i miei occhi con i tuoi. E quanto, quanto posso sopportare prima di cedere, di crollare a terra, di stendermi senza forze, gettando piani e progetti, e bruciando in quella luce che mi illuminava il precipizio.
Perché sei un abisso, e io oltre te cado e mi riverso, e voglio sprofondare nel basso, forse sperando di non toccare mai, ma desiderando ancor più di non farmi male. Non posso più riprendere il mio cuore, è già volato oltre la mia vista.
Fammi trovare dei fiori, non rocce appuntite.
Ti prego, fa' attenzione.

martedì 17 giugno 2014

Ultraviolenza.

Ma noi non siamo macchine e l'unico modo per non soffrire dell'amore è lasciare che le storie ti sfiorino, ti accarezzino, ti penetrino quel minimo che è possibile. Non puoi voler di più. È impossibile voler di più. Devi lasciarti solamente sfiorare dal tuo amore, se fai tanto di alimentarlo bruci, come stai bruciando ora.
(P.V.T.)

Ancora mi domando se sia io che sbaglio, se sia che pretendo troppo, se sia nel torto e tu nel giusto. Sbaglio nel volermi sentire desiderato, cercato? Sbaglio nel volermi sentire trattato con privilegio, con atteggiamenti, momenti, parole che mi elevino rispetto agli altri? Forse sbaglio io, forse neppure io ti rendo quanto io voglio che tu dia a me, forse non mi rendo conto. Questo continuo nodo allo stomaco, però, non si allenta.
Sto ancora aspettando il tuo messaggio.

domenica 8 giugno 2014

"You're blind, I see. But I'm free."

Le mie fondamenta furono scosse
I miei provati e autentici modi di affrontare le cose erano destinati a svanire
Le mie partenze erano vecchie
Stavo in piedi nella stanza tremando di paura

In quel particolare periodo l’amore mi aveva sfidato a rimanere
In quel particolare momento sapevo che non sarei corso via di nuovo
Quel particolare mese ero pronto a investigare insieme a te
In quel particolare periodo

Pensammo che una pausa ci avrebbe fatto bene
Per quattro mesi ci sedemmo e vacillammo
Pensammo che un po’ di tempo separati avrebbe chiarito i dubbi che stavano abbondando

In quel particolare periodo l’amore mi incoraggiò ad aspettare
In quel particolare momento mi aiutò ad essere paziente
Quel particolare mese avevamo bisogno di marinare in ciò che “noi” significasse

Ho sempre voluto per te ciò che tu hai voluto per te stesso
E ancora volevo salvarci, costasse quel che costasse
E continuavo a ignorare l’ambivalenza che sentivi
E nel frattempo persi me stesso
Nel frattempo persi me stesso
Mi dispiace di aver perso me stesso, mi spiace

Sapevi che avevi bisogno di più tempo
Tempo trascorso da solo, senza distrazioni
Sentivi che avevi bisogno di volare, solo, in alto, per definire ciò che volevi

In quel particolare periodo l’amore mi incoraggiò ad andarmene
In quel particolare momento sapevo che stare con te significava abbandonare me
Quel particolare mese fu più difficile di quanto credessi, ma comunque me ne andai
In quel particolare periodo

sabato 7 giugno 2014

That I would be good, even too good.

Io non posso rincorrerti, non posso più, non voglio più. Vuoi andare? Vai. Chi ci rimette qui sono io, di certo non tu. Perché io, stupido fesso, come al solito, ho investito molto, molto più di te in questo rapporto. I pranzi pagati, i chilometri e chilometri di autostrada alle tre di notte, i costanti salti mortali per riuscire a vederci anche solo una volta a settimana, le ore ad aspettare una tua risposta che non sarebbe mai arrivata, i tuoi impegni sempre più importanti di me, i tuoi "scusa, me ne sono dimenticato". 
E tu per me cosa hai fatto? Mi sei mai venuto incontro? Cosa ho avuto io in cambio? Un "no, scusa, stasera voglio stare da solo"? Mi merito questo? Di essere messo da parte, accantonato, e ripreso quando più ti aggrada? Ho cercato di aiutarti in tutti i modi, ho cercato di non farti pesare nulla, e tu mi ripaghi così. Scuse su scuse su scuse. Ma che senso ha un rapporto del genere?
Non voglio continuare, non posso, non sarebbe giusto nei miei confronti. Come posso stare con una persona che mi trascura più di quanto io trascuri me stesso?
Decidi cosa vuoi fare. Stavolta non ti verrò incontro.
E vaffanculo.

giovedì 5 giugno 2014

Nessuna pressione: è il mio cuore che accelera.

Io spero che tu riesca a vedere tutto quello che sto facendo, gli sforzi che mi sto caricando sulle spalle, e le fatiche e le rassegnazioni, perché lo faccio solamente per te, unicamente per te. Spero davvero che tu veda tutto, e non perché tu mi debba essere debitore, o perché io voglia che tu faccia necessariamente lo stesso, ma semplicemente perché tu ti renda conto di quello che c'è, di quello che provo, e di come lo dimostro. Cosa che tu non fai.
Ma va bene così, forse.

And they wonder why you're frustrated,
and they wonder why you're so angry.
And is it just me or are you fed up?

domenica 25 maggio 2014

Non qualcun altro.

Vorrei essere considerato di più, ecco cosa. Non è tanto. Non essere trascurato, ma pensato, desiderato; vorrei sentire, sentire che mi hai, che hai bisogno di me, e che vuoi sapere. Non lasciarmi fermo, muovimi, fammi oscillare - sai che non amo la realtà. Ma mi lasci così immobile, a volte; mentre tu passi avanti, corri, e io non riesco a prenderti, a trattenerti, a sentire il calore del tuo braccio, i tuoi occhi nei miei, e quella considerazione, che rende la luce più tenue - sì, più sopportabile - no, non ci riesco. Non voglio i residui. E le nuvole grigie, perché non le sposti? Ti vedo da lontano, ma non ti avvicini. Sai che amo appoggiare le mie labbra sulla tua pelle, sai che amo quel momento in cui ci perdiamo nei nostri sensi, ma perché al di là non ti vedo più? Perché non porti quei momenti in un'altra dimensione, sì, quella in cui possiamo ammirarli sempre, come dilatarli, farne poesia, quella poesia che ci tessiamo dentro, addosso anche, e con cui andiamo in giro, due cavalieri armati, lucenti, come se nulla ci potesse scalfire, perché quella poesia lega i nostri cuori, quella poesia che è la tua voce che mi parla, che mi cerca, che mi desidera. Io voglio quella poesia. Non voglio i residui. Ma sei così perso nelle tue agende, e quelle cene che odio, quei pensieri che non ti piacciono, eppure rimani, sì, rimani lì, e io qui, ad aspettare quella poesia.
Sposta quelle nuvole grigie, ti prego.

martedì 20 maggio 2014

Reel dell'addio.

Sono stati tempi difficili
E quando piove, piove su di me
Il cielo si apre totalmente
E quando piove, piove a dirotto

Cammino da sola, aggredita, pare,
Da lacrime dal paradiso
E, tesoro, non riesco a non pensare
Che quelle lacrime siano tue

Il nostro amore selvaggio venne dall'alto
E più selvaggio ancora è il vento che geme
Come una voce che sa che è andata
Perché, tesoro, tu sei morto e, be', io ho pianto

Ma me la caverò
Saluterò il nostro amore
E ti manderò un sorriso
E andrò avanti

Quindi, tesoro, addio, tutto andrà bene
E poi tutto sarà apposto
I bambini cresceranno
Forti e felici, stanne certo

Perché il nostro amore fluisce
E il grano ancora cresce
E Dio solo sa che ci è stato dato
Quanto può il nostro cuore sopportare

Ma non so perché
Ma quando piove, piove su di me
Il cielo si apre totalemente
E quando piove, piove a dirotto

Ma guardo in alto e un arcobaleno appare
Come un sorriso dal paradiso
E, tesoro, non riesco a non pensare
Che quel sorriso sia il tuo

martedì 29 aprile 2014

I'm sick of trying.

Certain things turn ugly when you think too much.

Quanta semplice dilaniante verità. E quanto non riesco a comprendere ciò che vuoi dirmi, non dicendomi, non alludendo, non mostrando quell'iniziativa che mi farebbe sorridere e farebbe tornare a splendere quelle certain things. Non ti capisco, non lo capisco, a volte tutto mi sembra chiaro ma poi ogni cosa ricade in un baratro che non so gestire, che non so aprire, che non so illuminare. Un baratro in cui ritrovo te stesso, lì in fondo, e che vuoi dirmi, non mi dici nulla. E io cosa devo fare? Perché mi freni? Perché ti freni? Non ho più voglia di viaggiare con le cinture allacciate. Voglio godere appieno di te. Voglio godere appieno di noi. Ti prego, permettimelo.

sabato 26 aprile 2014

#LaTristesse

Cristo, ma è possibile che, anche quando ho ciò che voglio, lo stesso le cose devono andare in un altro verso? Sono io che ho troppe aspettative? Ma come faccio a non averne?! Dio che palle. Non riesco mai ad avere pace, ho sempre il cuore affollato da mille paure e mille angosce. Quanto deve ancora passare, quanti giri devono ancora fare le lancette, prima che possa amare "la vita, Londra, quell'attimo di giugno"? Sono stufo. E non venite a dirmi che pretendo troppo, o che devo accontentarmi, perché so quali sono i miei limiti, e so di non averli superati.

venerdì 18 aprile 2014

"Ho sempre capito tutto, meno la morte".

Costantemente ho cercato le tue parole, e le tue pagine, quelle che scrivevi sporcandoti, e immaginando, andando sempre oltre ciò che possedevi. Ho cercato sempre tutto ciò che hai creato, quel mondo magico in cui tutto pare dilatato, in cui gli amori riescono a sbocciare e a resistere, a cadere, a uccidere, dove le solitudini vagano, quelle anime fragili che hanno vissuto con te, amico fragile, e che tu hai reso per sempre immortali. Ti ho sempre ricercato alla luce del giorno, all'aperto, nel tepore del pomeriggio estivo che va morendo, seduto sulle scale; lì aprivo le tue pagine e m'immergevo, mi tuffavo senza esitazioni in quel mondo luminoso che tu solo riuscivi a creare, che tu solo alimentavi sempre con quelle parole, frutto delle magie del Sole. Quando penso a te, Gabo, quando penso alle tue opere, ai personaggi che le affollano, a Macondo, penso alla luce, sempre. E alla serenità e a quell'amore, roccia ferma, forza indomabile, creatrice e distruttrice di ogni cosa, che non riesco a trovare da nessuna altra parte. Le tue opere sono eterne, e tu vivi in esse, eterno, sempre, fin quando ci sarà ancora qualcuno che troverà conforto nell'Amore che hai saputo donare al mondo.
Macondo è un rifugio, Macondo è una terra misteriosa, Macondo è la meraviglia dell'essere soli, ma soprattutto Macondo è la tua Casa. Lì, sempre, riposa.

Lei gli domandò in quei giorni se era vero, come dicevano le canzoni, che l'amore poteva tutto."È vero" le rispose lui, "ma farai bene a non crederci".

giovedì 20 marzo 2014

La luce asettica.

Cosa è cambiato e cosa, invece, è rimasto immutato? Quanto ancora ho, quanto ancora possiedo dentro di me di quei momenti, di quegli istanti in cui camminavo con un pugnale nel cuore, e quanto è invece svanito col procedere innanzi delle lancette? Tutto pare immutato, quando mi volto e rivedo i momenti in cui quella luce mi circondava, il silenzio della sera lungo le passeggiate, e le scritte e le finestre e il buio oltre i vetri. Nulla è mutato e ogni cosa ancora possiedo se mi fermo anche solo un attimo a ricordare quanto marcio fosse il mio respiro ogni volta che, guardandomi allo specchio, vedevo la deformità al posto dei miei occhi. Non dimentico ed è impossibile farlo, ma il ricordo di quei silenzi bianchi a volte mi colpisce alle spalle. E quanto è cambiato e quanto è servito? A nulla, mai, dividere i tempi.

sabato 1 marzo 2014

Morsa.

Inadeguatezza.
E nodo alla gola, un pugno continuo allo stomaco.
La stanchezza di un respiro, di un riso forzato.
L'abitudine. L'orrendo ritorno, perpetuo.
Liberazione, o parvenza: quando?

martedì 25 febbraio 2014

My Joni.

Marcie in un cappotto di fiori
Entra nel negozio di caramelle
Le rosse sono dolci, le verdi sono aspre
Ancora nessuna lettera alla sua porta
E così laverà le sue tende fiorate
Le appenderà al vento ad asciugare
Spolvererà i suoi tavoli con la sua camicetta
E saluterà un altro giorno che va via

Il rubinetto di Marcie ha bisogno di un idraulico
Il dolore di Marcie ha bisogno di un uomo
Il rosso è l’autunno, il verde è l’estate
I prati si stanno trasformando
E la sabbia lungo le spiagge dell’oceano
Guarda su verso il cielo vuoto
Marcie compra una busta di pesche
Ferma un postino che passa
E l’estate se ne va
Cade sul marciapiede come carta a filo marrone
L’inverno soffia
Su al fiume non c’è nessuno che la porti al mare

Marcie indossa abiti pesanti, sta nevicando
Prende un taxi su in città
Al rosso ci si ferma, al verde si riparte
Vede uno spettacolo e torna indietro a viaggiare lungo il fiume Hudson
Dopo il cantiere navale, al freddo
Ancora nessuna lettera è stata consegnata
Ancora i giorni d’inverno si dispiegano, come riviste
Svanendo in attici e cantine grigie e polverose
Fai un sogno
Sogna fino all’estate scorsa e senti come lui le dice
Aspettami

Marcie se ne va e non ci dice
Dove o perché si sia trasferita
Il rosso è rabbia, il verde è gelosia
Questo è tutto ciò che aveva da dire
Alcuni hanno creduto di averla vista domenica
Davanti le vetrine a fare shopping, nella pioggia
Alcuni hanno sentito che abbia comprato un biglietto di non ritorno
E che sia andata ad ovest di nuovo

domenica 9 febbraio 2014

"Been trying hard not to get into trouble, but I, I've got a war in my mind."

Non ne posso più di questa situazione. Mi pare che tutto ciò che voglio si avvicini a me, mi tenda la mano, sorridendo, per poi sparire nel buio subito dopo, lasciandomi solo, inerte, stordito, senza la forza di rialzarmi. Voglio qualcuno al mio fianco, lo desidero con tutto me stesso, e quando spero di esserci vicino, sprofondo di nuovo giù, conscio che non è così. Voglio raggiungere il mio traguardo, voglio vincere quella barriera, e ci sono vicino, lo so, ma le mie paure e le mie ansie me ne allontanano, e non faccio che farmi del male. Mi ferisco da solo, unicamente da solo, grazie alle congetture della mia mente e ai troppi pensieri che l'affollano. Vorrei semplicemente che le cose seguissero il loro corso, naturali, che la strada si dipanasse dinanzi a me e che io scopra ciò che mi accade nel momento in cui mi accade, lì vivendolo, solo lì vivendolo. Ma non ci riesco. Sono prigioniero di me stesso.

Febbre.

Voglio ricordare il momento di quel pomeriggio estivo che andava verso il tramonto, quando il Sole era quasi dietro le montagne e il giorno si era stabilito nell'aria, che era calda e piacevole. E io sorridevo in quell'istante seduto sulle scale fuori dalla porta, a piedi nudi mentre il vento mi accarezzava i polpacci, e lì fumando aspettavo che tornassi a casa, sorridendo, perché i capelli non erano fermi e sapevo che ti piacevano così. Sapevo che mi avresti visto e subito avresti sorriso, perché era il momento più bello, quando l'estate esplode e noi riusciamo ad amarci nonostante gli spigoli che ci stringono. Sapevo che avresti corso, mentre il vicino di casa ti avrebbe guardato interrogativo, ma a noi non importava, non quando il bacio che ci aspettava era quello che sapeva di tabacco e salsedine di una spiaggia arsa. E non m'importava del tempo, né delle scadenze o delle opportunità, volevo che tu ti sedessi lì con me e sentissi i nostri respiri muoversi in parallelo con i nostri battiti, e ogni memoria e ogni speranza sfumare bruciando.
Dammi solo dieci minuti per guardarti, prima che tu mi cacci dalla tua vita.

venerdì 7 febbraio 2014

The summer breeze.

Fermo, fermo, sono sempre qui, non mi muovo; le stesse emozioni, le stesse paure che mi stringono; gli stessi pensieri, gli stessi momenti, le stesse speranze. Tutto uguale. Anche ora che il traguardo è vicino, continua a essere lontanissimo. Ci arriverò mai? Come ho fatto in questi anni? Perché sembra tutto così insormontabile?

domenica 26 gennaio 2014

There's something wrong.

Se tu fossi qui, tutto questo non succederebbe, non ne avrebbe motivo. Se tu fossi qui con me, non avrei bisogno di vivere queste situazioni. Non le cercherei, non mi importerebbe, non mi servirebbero. Tu mi basteresti.
Ma, vedi, se dovessi arrivare al punto in cui non volessi questi momenti perché avrei qualcuno al mio fianco, ma qualcuno che non sei tu, be', non so se lo accetterei, o meglio, non ne accetterei l'idea, perché ci sarebbero troppi interrogativi che non saprei risolvere. Ma se, invece, non desiderassi questi momenti perché al mio fianco ci sei tu, be', sarebbe perfetto, perché tu sei perfetto.
Noi siamo perfetti.

sabato 18 gennaio 2014

Cartoline dall'Italia.

I tempi che abbiamo avuto
Oh, quando il vento avrebbe soffiato pioggia e neve
Non erano così male
Poggiavamo i nostri piedi proprio dove dovevano, dovevano andare
Non dovevano mai andare

L'anima distrutta
Che seguiva da vicina, ma doppiamente lenta
Ai bei tempi
C'erano sempre rocce d'oro da lanciare
A coloro che dichiaravano la sconfitta troppo tardi
Quelli erano i nostri tempi, quelli erano i nostri tempi

E vorrò tanto vedere quel giorno
Quel giorno era mio
Quando lui mi sposerà all'aperto, tra i salici piangenti
E suonerà le canzoni che abbiamo scritto
Che mi hanno reso ciò che sono
E vorrei tanto vedere quel giorno
Quel giorno era mio

lunedì 6 gennaio 2014

Autoscatto.

Ha tutte le carte in regola per essere un artista.
Ha un carattere melanconico.
Beve come un irlandese.
Se incontra un disperato, non chiede spiegazioni.
Preferisce stare solo, anche se gli costa caro.
Vive male la sua vita, ma lo fa con grande amore.

La vita è una cosa che prende, porta e spedisce.

giovedì 2 gennaio 2014

Il ritorno.

E invece sono tornato. Tumblr non è mi comodo, troppi ghirigori, sfumature e dettagli che non mi interessano. Blogger è più pulito, mi è più congeniale.
So, here I am, again.