venerdì 20 giugno 2014

Io volevo la tempesta.

È una convinzione che poco a poco cresce, quella convizione che forse non possiede i giusti requisiti per potersi definire tale, perché troppo sfumante, perché indefinita vibra come i cerchi di piombo del Big Ben che muoiono salendo, perché non è certezza ma forse vorrei che lo fosse, questa convizione, sì, l'idea che stia entrando in un tunnel profondo e buio, in cui non so dove aggrapparmi, che mi dà luce ma mi trafigge, la pugnalata di una rosa. La convinzione, l'idea, la sensazione, la paura, il desiderio - sì, la possibilità che ti stia inesorabilmente dando il mio cuore, che ti stia offrendo delle catene con cui legarlo al tuo, e non so dove sia la chiave, e non so se esista la chiave. È un costante, vertiginoso temere di perdere una corsa, di lasciarti alle spalle, o di cadere mentre tu voli in alto, e io lì a implorarti, torna giù, non abbandonarmi.
Ma quanto durerà, e quanto sarà spinosa quella mano che mi tenderai, o che forse già stringo, sanguinando mentre spero che tu trafigga i miei occhi con i tuoi. E quanto, quanto posso sopportare prima di cedere, di crollare a terra, di stendermi senza forze, gettando piani e progetti, e bruciando in quella luce che mi illuminava il precipizio.
Perché sei un abisso, e io oltre te cado e mi riverso, e voglio sprofondare nel basso, forse sperando di non toccare mai, ma desiderando ancor più di non farmi male. Non posso più riprendere il mio cuore, è già volato oltre la mia vista.
Fammi trovare dei fiori, non rocce appuntite.
Ti prego, fa' attenzione.

martedì 17 giugno 2014

Ultraviolenza.

Ma noi non siamo macchine e l'unico modo per non soffrire dell'amore è lasciare che le storie ti sfiorino, ti accarezzino, ti penetrino quel minimo che è possibile. Non puoi voler di più. È impossibile voler di più. Devi lasciarti solamente sfiorare dal tuo amore, se fai tanto di alimentarlo bruci, come stai bruciando ora.
(P.V.T.)

Ancora mi domando se sia io che sbaglio, se sia che pretendo troppo, se sia nel torto e tu nel giusto. Sbaglio nel volermi sentire desiderato, cercato? Sbaglio nel volermi sentire trattato con privilegio, con atteggiamenti, momenti, parole che mi elevino rispetto agli altri? Forse sbaglio io, forse neppure io ti rendo quanto io voglio che tu dia a me, forse non mi rendo conto. Questo continuo nodo allo stomaco, però, non si allenta.
Sto ancora aspettando il tuo messaggio.

domenica 8 giugno 2014

"You're blind, I see. But I'm free."

Le mie fondamenta furono scosse
I miei provati e autentici modi di affrontare le cose erano destinati a svanire
Le mie partenze erano vecchie
Stavo in piedi nella stanza tremando di paura

In quel particolare periodo l’amore mi aveva sfidato a rimanere
In quel particolare momento sapevo che non sarei corso via di nuovo
Quel particolare mese ero pronto a investigare insieme a te
In quel particolare periodo

Pensammo che una pausa ci avrebbe fatto bene
Per quattro mesi ci sedemmo e vacillammo
Pensammo che un po’ di tempo separati avrebbe chiarito i dubbi che stavano abbondando

In quel particolare periodo l’amore mi incoraggiò ad aspettare
In quel particolare momento mi aiutò ad essere paziente
Quel particolare mese avevamo bisogno di marinare in ciò che “noi” significasse

Ho sempre voluto per te ciò che tu hai voluto per te stesso
E ancora volevo salvarci, costasse quel che costasse
E continuavo a ignorare l’ambivalenza che sentivi
E nel frattempo persi me stesso
Nel frattempo persi me stesso
Mi dispiace di aver perso me stesso, mi spiace

Sapevi che avevi bisogno di più tempo
Tempo trascorso da solo, senza distrazioni
Sentivi che avevi bisogno di volare, solo, in alto, per definire ciò che volevi

In quel particolare periodo l’amore mi incoraggiò ad andarmene
In quel particolare momento sapevo che stare con te significava abbandonare me
Quel particolare mese fu più difficile di quanto credessi, ma comunque me ne andai
In quel particolare periodo

sabato 7 giugno 2014

That I would be good, even too good.

Io non posso rincorrerti, non posso più, non voglio più. Vuoi andare? Vai. Chi ci rimette qui sono io, di certo non tu. Perché io, stupido fesso, come al solito, ho investito molto, molto più di te in questo rapporto. I pranzi pagati, i chilometri e chilometri di autostrada alle tre di notte, i costanti salti mortali per riuscire a vederci anche solo una volta a settimana, le ore ad aspettare una tua risposta che non sarebbe mai arrivata, i tuoi impegni sempre più importanti di me, i tuoi "scusa, me ne sono dimenticato". 
E tu per me cosa hai fatto? Mi sei mai venuto incontro? Cosa ho avuto io in cambio? Un "no, scusa, stasera voglio stare da solo"? Mi merito questo? Di essere messo da parte, accantonato, e ripreso quando più ti aggrada? Ho cercato di aiutarti in tutti i modi, ho cercato di non farti pesare nulla, e tu mi ripaghi così. Scuse su scuse su scuse. Ma che senso ha un rapporto del genere?
Non voglio continuare, non posso, non sarebbe giusto nei miei confronti. Come posso stare con una persona che mi trascura più di quanto io trascuri me stesso?
Decidi cosa vuoi fare. Stavolta non ti verrò incontro.
E vaffanculo.

giovedì 5 giugno 2014

Nessuna pressione: è il mio cuore che accelera.

Io spero che tu riesca a vedere tutto quello che sto facendo, gli sforzi che mi sto caricando sulle spalle, e le fatiche e le rassegnazioni, perché lo faccio solamente per te, unicamente per te. Spero davvero che tu veda tutto, e non perché tu mi debba essere debitore, o perché io voglia che tu faccia necessariamente lo stesso, ma semplicemente perché tu ti renda conto di quello che c'è, di quello che provo, e di come lo dimostro. Cosa che tu non fai.
Ma va bene così, forse.

And they wonder why you're frustrated,
and they wonder why you're so angry.
And is it just me or are you fed up?