domenica 26 maggio 2013

Quant'è meglio il silenzio.

E quanto vivo di secondi perfetti. Attimi insostituibili in cui s'illumina qualcosa che prima era nell'angolo a piangere, e vedo e sento cose belle, e mi acquieto con un misto di amara malinconia e disperato incanto. Vorrei potermi nutrire di questi istanti, tatuarmeli dentro i sensi, cucirli come una membrana intorno al cuore, farmene un involucro con cui aprire le porte del mio silenzio. Ma non durano, non possono, non riescono, e torno a sentire le cose vere, le parole, i gesti, loro, così reali. Così tangibili che fanno male, bruciano la pelle, la marchiano, l'anneriscono.
Ma non m'importa. Io continuo; forse non ho mai smesso.
La tazzina di caffè, il tavolo.



Nessun commento:

Posta un commento