lunedì 13 giugno 2011

L'Italia s'è desta!

Oggi, lunedì 13 giugno 2011, lo si può dire, lo si può urlare ad alta voce: l'Italia e gli Italiani si sono svegliati. I quattro referendum abrogativi cui gli Italiani sono stati chiamati a votare nella giornata di ieri e nella giornata di oggi hanno raggiunto e magnificamente superato la percentuale minima di validità, il quorum del 50%+1. Sono così state abrogate la legge sui servizi pubblici locali, la legge sulla tariffa del servizio idrico, la legge sull'energia nucleare, la legge sul legittimo impedimento (che tanto legittimo non è). Ciò si traduce in acqua pubblica, in rifiuto dell'energia nucleare e in legge uguale per tutti. Oggi è un giorno importante, perché si è scritta una splendida pagina della nostra Democrazia. Andando a votare oltre la metà più 1 degli aventi diritto e avendo assentito all'abrogazione delle suddette norme, con percentuali superiori al 90% per tutti e quattro i quesiti, gli Italiani si sono svegliati dal loro torpore. Hanno capito che il Paese non va più, che è fermo, anzi, va, ma va indietro. Per colpa di un Governo egoista e malformato, sudicio, bugiardo. Un Governo impegnato a fare leggi per salvare il culo al proprio Primo Ministro, ad additare come metastasi del Paese magistrati impegnati sul fronte della lotta alla mafia, a dare del comunista a chiunque a lui si opponga. Quando l'Italia è in ginocchio, bombardata dalla crisi finanziaria, dalla disoccupazione giovanile (e non), dalla corruzione, dalla criminalità organizzata. In questo frangente, il Governo si preoccupa di abbreviare la prescrizione giudiziaria col fine esclusivo di permettere al Berlusca di salvarsi dai suoi processi, si preoccupa di proporre leggi che vadano a modificare la Costituzione per evidenziare l'inesistente superiorità del Parlamento su qualsiasi altra istituzione pubblica del Paese.
Agli Italiani ciò non va più. Non gli scende. E hanno deciso di alzarsi e dire basta. Hanno deciso di cambiare rotta. Perché se c'è qualcuno che può farlo, quel qualcuno siamo Noi. Noi, popolo. Noi, démos. Noi, democrazia. Noi abbiamo fottuto Berlusconi alle amministrative di Milano, Napoli, Bologna, Torino, Cagliari, e noi gli abbiamo detto "Sì, vogliamo abrogarti". Per ben quattro volte. Pesa la sconfitta, pesa tanto. È così che si vince: interessandosi, cercando, informandosi, capendo. E votando. Un diritto che ci permette di tutelarci e di farci del bene. Per noi e per i nostri figli.
Gli Italiani si sono svegliati e non intendono riassopirsi. Quelli lassù hanno messo in ginocchio il nostro Paese: noi lo faremo rialzare.
Errata corrige: lo stiamo già facendo.

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