domenica 7 aprile 2013

Cosa posso dire?

Sono le 4 del mattino,
la fine di dicembre.

Incanto e disperazione.


Cosa posso dirti, fratello mio, assassino mio?


Il grigiore e la luce, la costanza di un momento o di una giornata, il sentore dell'inconsapevolezza di ogni cosa. Giustizia? Debole benessere, o solitudine? Che cosa mi pervade? Un silenzio rumoroso, musicale.


Miei segni particolari:

incanto e disperazione.

Il tuo famoso impermeabile blue era strappato alla spalla.


Ma perché? Ci sono dei motivi? Cosa mi spinge, cosa mi lega? Non poteva essere diversamente? È giusto? Esiste il giusto? È un'ansia che sale, un bisogno di passi assenti, di silenzi profondi e stomaci inquieti.

Questa voce che mi accompagna, che mi pervade, mi rassicura. Ma dov'è il senso? Ma perché? E se poi, e se mai?

New York è fredda.

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