mercoledì 10 aprile 2013

Fake Plastic Trees.

Ti sto aspettando, sono alla stazione, sono arrivato da poco. Mi sono subito posizionato davanti al binario, è qui che si fermerà il treno dal quale scenderai. È metà mattina, il Sole mi riscalda tenuamente il viso, sento la freschezza del giorno che mi strofina i capelli. Manca poco al tuo arrivo, non vedo l’ora. Davvero poco, questione di minuti, e tu sarai qui. Il treno si fermerà, le porte si apriranno e tu scenderai. Mi vedrai, forse sorriderai, e ti verrò incontro. Sono proprio qui davanti, mi vedrai subito, io ti vedrò subito. Ti sto aspettando, stai per arrivare, ma forse il treno è un po’ in ritardo.

Ti sto aspettando, sono al parco, seduto sulla panchina. Sono passate da poco le quattro del pomeriggio, il Sole brilla ancora nel cielo. Ci sono tanti bambini e ragazzi che giocano qui intorno. Mi sono seduto sulla panchina sotto il salice, quello vicino alla fontana, non puoi sbagliarti quando entrerai da quel sentiero di brecce e mi verrai incontro. Sentirò i tuoi passi rumorosi, e il tuo sorriso che s’impianterà nei miei occhi, e ti siederai affianco a me. Ti sto aspettando, fra non molto sarai qui, ma inizia a tirar vento e il Sole non è più tanto luminoso.

Ti sto aspettando, sono davanti al camino, il fuoco è acceso. È sera ormai, fuori comincia a far fresco. Sono sulla poltrona davanti a questo tiepido calore, quando entrerai verrai sicuramente a sederti qui, vicino a me. Sarai stanco forse, e vorrai riposare, e io ci sono per questo, ci scalderemo insieme, abbracciati. Ti sto aspettando, manca poco perché tu apra la porta, ma è tardi e il fuoco si sta lentamente spegnendo.

Ti sto aspettando, sono sdraiato sul letto, in silenzio. È notte fonda, non c’è nessun rumore attorno a me. C’è il solo il mio respiro incostante che attende. Mi sono messo sul mio lato, ti ho lasciato spazio, così quando arriverai ti getterai direttamente qui, affianco a me, e saremo di nuovo insieme. Dormiremo stretti, al caldo, sotto le nostre coperte, e chiuderemo l’uno gli occhi dell’altro, lasciandoci cullare dal battito dei nostri cuori. Ti sto aspettando, fra poco sentirò i tuoi passi lungo il corridoio, ma il buio sembra ingigantirsi e questo letto non riesce a riscaldarmi.

Ti sto aspettando, amore mio, da tanto tempo. Conto i giorni, conto le ore, gli attimi che ci separano, quegli istanti intrappolati fra me e te, che ci tengono lontani. Ti ho aspettato per tanto tempo, ho perso il conto dei momenti, ma quel lato del letto è ancora vuoto. È vuoto e freddo, come il mio viso che ti cerca, e che ti aspetta.

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